Gentilezza non è indulgenza o ingenuità, non è comportarsi con educazione. Non è neanche una parola che si associa spontaneamente al business, tuttavia, studi internazionali dimostrano l’importanza di restituire alla gentilezza un posto in prima fila tra i fattori generativi di successo e di produttività di un’impresa. Il perché è semplice: le persone contente producono migliori risultati, sviluppano idee, e al contempo, partecipano a diminuire i tassi di assenteismo e di malattia. Essere gentili, esserlo davvero e non solo con gesti formali, richiede la capacità (e la volontà) di dirigere uno sguardo attento su noi stessi e sugli altri, è un segnale di elevata consapevolezza, di forza psicologica e di grande solidità emotiva. Vuol dire orientare verso performance eccellenti potenziando l'autocommitment delle persone, vuole dire riconoscimento degli altri, di tutti i membri del team, del loro punto di vista, delle loro esigenze e, perché no, della loro storia. La gentilezza è una forza evolutiva che promuove benessere, fa bene a noi e agli altri, è contagiosa, facilita il fare squadra creando una visione potente e soprattutto un ambiente accogliente e attraente per tutti.
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